GIORNONUMEROTRE. [3.] Vita
[3.] Vita
Perchè facciamo le cazzate?
Perchè ci lasciamo agire?
Perchè è sempre così difficile fare la cosa giusta?
Perchè è così difficile scegliere?
Perchè?
Ognuno ha nella testa qualcosa.
Ognuno di noi è un muro.
Una volta capito che il muro è di solido, indistruttibile cemento, ci riesce più facile continuare a prenderlo a testate, sperando che crolli *cosa che non accadrà mai*, piuttosto che cambiare strada… piuttosto che guardarsi intorno e scoprire che lontano, magari tra chilometri e chilometri c’è una strettoia di filo spinato che ci consentirebbe di sorpassarlo.
Ci piace crogiolarci nel vittimismo, nel “tanto non ce la farò mai”, piuttosto che scegliere la strada più lunga, nascosta, inerpicata e dolorosa che *lo sappiamo*, ci porterà a quella sensazione strana, quel prurito all’altezza del petto (tra il polmone destro e quello sinistro), quel brivido caldo dietro la schiena, quella sensazione di onnipotenza che, solitamente, chi è privo di fantasia chiama semplicemente felicità.
E’ come fare il morto a galla, lasciarsi trasportare dalle onde.
Come scrivere virtuosismi privi di senso, come inciampare nei soliti luoghi comuni e nei soliti clichè.
Si aspetta sempre il colpo gobbo che cambi del tutto la nostra vita, azzeri i trascorsi e ci forzi a ricominciare da capo. Ma cambiare taglio di capelli non vuol dire vita nuova.
Andare contro corrente.
Andare contro corrente… che non vuol dire fare i finti alternativi, leggere romanzi e ascoltare musica di nicchia per fare i superiori, scrivere frasi pseudo-filosofiche per fingere di capire qualcosa di come va il mondo, quando in realtà, non si ha ancora la minima idea di dove cominciare con il proprio, di mondo.
Andare contro corrente non è blu quando va di moda il viola.
Non è la testa rasata quando vanno di moda i capelli lunghi.
Non è la maglietta senza reggiseno a cinquant’anni con le pere al vento.
Non è andare male a scuola.
Non è guidare la macchina.
Non è guidare ubriachi.
Non è predicare bene e razzolare male.
Andare contro corrente non è un dovere. Uscire dal coro non vuol dire nulla. Potrebbe anche solo essere un parere di chi con la massa non si trova ad andare d’accordo.
Ma andare contro corrente è diversificare. E’ fare quello che cazzo mi pare… quello che cazzo mi pare per stare bene. Per preservare. Andare contro corrente è avere rispetto di me.
E’ avere rispetto del mio corpo, esprimere le mie idee… esprimermi perchè è quello che voglio.
Andare contro corrente è responsabilità.
Andare contro corrente è guardarsi indietro ed essere soddisfatti di ogni attimo, di ogni scelta, persino di quella sbagliata.
Andare contro corrente è non avere pregiudizi, pensieri precotti.
Andare contro corrente è mente aperta. Non malleabile.
Andare contro corrente è chiedersi ogni giorno “perchè” di qualcosa. Chiedersi se poi esista davvero qualcosa di giusto e qualcosa di sbagliato.
Andare contro corrente è vivere. E non sopravvivere.
This entry was posted on venerdì, settembre 28th, 2012 at 12:52 and is filed under Pensieri. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site.